SONIA MORETTI, STUDIO DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA, ROMA

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Hikikomori. La solitudine degli adolescenti giapponesi

Il Giappone oggi rappresenta la terza potenza economica mondiale in cui il costo della vita è alto, il tasso di natalità basso e le patologie psichiche derivate da stress sono in forte aumento. Allarmante è il fenomeno hikikomori, una volontaria e ostinata forma di “ritiro sociale” (social withdrawal), di auto reclusione che si sviluppa nell’adolescenza e che nei casi più gravi dura anche più di dieci anni. L’eziologia del fenomeno è piuttosto complessa ma, tra le ipotesi plausibili avanzate, si parla di un disagio psichico dovuto ad una serie di fattori tra cui l’interdipendenza fra genitori e figli, la presenza di una figura materna iperprotettiva a fronte di un’assenza del padre e soprattutto il contesto sociale omologante, coartativo e frustrante. Si tratta di elementi in grado di generare nell’adolescente un angoscioso senso di inadeguatezza, alimentato dalla paura in cui il confronto con l’altro diventa insostenibile ed il silenzio la sola forma di comunicazione. Un disagio relazionale che conta nel Paese del Sol Levante più di un milione di adolescenti, ma che va diffondendosi anche negli Stati Uniti e nel Nord Europa.